
La dolce sorpresa dell'Oltrepò Pavese: un cioccolato artigianale unico
Ti è mai capitato di assaggiare qualcosa che ti ha fatto esclamare "Wow!" inaspettatamente? All'epoca mia mamma ne aveva ricevuta una bottiglia per Natale da una carissima amica d'infanzia. Nella brochure, tra foto di olive e scorci bellissimi, riconosco con stupore la figlia della nostra amica - mia coetanea - al lavoro tra gli ulivi. Col palato e la gola ancora inebriati dal recente assaggio, al mio cervellino confuso si affaccia la domanda...."ma come è finita una pavese, cittadina come me, a fare l'olivicoltrice in una sperduta valle ligure??" Ho lasciato passare un anno, ma sono una donna, e sono curiosa. E, soprattutto, golosa. Ci incontriamo verso mezzogiorno ad Apricale, splendido borgo della Val Nervia in cui una spirale di scenografiche viuzze si avvita su per la roccia quasi a toccare il sole. Silvia ci viene incontro nella bellissima piazza accesa dai raggi solari; sono passati parecchi anni, ma riconosco subito gli occhi azzurri, vivissimi, che spiccano sulla corporatura sottile, nervosa, abbronzata. Rilevano dunque circa 3 ettari (oggi diventati 4) di terreno terrazzato a ulivi in una zona chiamata Foa, raggiungibile solo dopo più di 30 minuti di strada sterrata. "Siamo stati dei folli" dice lei, sorridendo. Terre di Foa - così si chiamano gli uliveti - è davvero una terra bellissima, anche per chi come noi non è in grado di apprezzarne a pieno le qualità agricole. Tutto questo ha fatto di Foa, negli anni, una terra difficile da coltivare, da vivere. Quasi intuendo la domanda che affiora nelle nostre teste, Silvia sorride: "produrre qui olio extravergine di taggiasca significa salvare il territorio, tentare di preservare quello che contadini e intere famiglie prima di noi hanno costruito per secoli". Inutile dire che l'olio extravergine di Terre di Foa, tutto monocultivar taggiasca, è biologico. Non si tratta di una scelta dettata da un calcolo economico o da ragioni di marketing, come spesso oggi accade. Semplicemente è l'unica scelta possibile, per Silvia e Michele. L'uliveto assomiglia ad un variopinto campo di sperimentazione: nella parte alta dell'appezzamento, la più assolata, è stato sviluppato l'orto estivo, che si intreccia armonicamente con le piante, in una simbiosi ben riuscita. Nella parte bassa, in prossimità del torrente, le terrazze lasciano il posto agli alberi da frutto, intervallati qua e là da corbezzolo e altra vegetazione spontanea. Vicino al semenzaio, due arnie: il metodo più naturale (e più antico del mondo) per favorire l'impollinazione e aumentare le rese. Diversificare è importante quando si lavora con i ritmi e gli umori della natura, ma il fulcro di tutto rimane la taggiasca. Ma come spesso accade in natura, le fatiche e la passione vengono alla fine ripagate: un olio extravergine di oliva eccezionale, ottenuto da olive selezionate (perchè l'abbiamo visto fare, non perchè è scritto in etichetta), spremuto con cura e attenzione in un frantoio di fiducia. Del resto, abbiamo imparato che i prodotti migliori sono quelli di cui i produttori sono i primi consumatori, e Silvia e Michele confermano in pieno la nostra teoria. Insomma, questi due ragazzi - giovani, laureati, cittadini - sovvertono tutte le logiche del profitto alle quali siamo abituati per produrre un olio extravergine di oliva eccezionale, perchè lo fanno solo per passione.
E di accorgerti, in quell'istante, che la tua percezione di quel cibo o quella bevanda non sarebbe più stata la stessa di prima?
Ecco, a noi è capitato con un monocultivar taggiasca, che solo più tardi scoprimmo essere prodotto da un'amica. Un assaggio al buio: il nostro battesimo dell'olio extravergine di oliva.
Così, arrivate le ferie estive, decido di andarla a trovare per farmi raccontare quella che già immaginavo essere una bellissima storia.La decisione di cambiar vita e un pò di sana follia
Siamo nella provincia di Imperia.
Ci accoglie con un sorriso dolcissimo, e inizia subito a raccontarci la sua avventura.
Laureata in Scienze e Tecnologie Alimentari a Milano, dopo molte ricerche e riflessioni decide insieme al suo compagno di studi e di vita, Michele, di comprare un uliveto nella valle conosciuta (e amata) da turisti qualche anno prima.
Erano agli inizi, non avevano ancora idea di cosa li aspettava... ulivi secolari abbandonati ormai da parecchi anni, soffocati dal bosco e aggrediti dai rovi.
Lo stato di abbandono era tale che le potenzialità del terreno si potevano solo intuire (o sperare).
"Poi abbiamo cominciato a ripulire le terrazze, tagliare gli alberi e i rovi..." Tutto a mano, ovviamente, in due. "...e man mano che procedevamo scoprivamo sotto la vegetazione una terra bellissima".La rinascita degli ulivi
Terrazze che si fanno largo tra i boschi, affacciate su una valle sinuosa, stretta e verdissima, incontaminata. A Foa la corrente elettrica non c'era fino a 8 anni fa.
La strada d'accesso, sterrata appunto, dopo l'appezzamento di Silvia e Michele diventa impraticabile anche per la loro mitica Polo 4x4 (sì, lo so, la Wolksvagen non ne ha mai prodotte, ma credete a chi c'è salito: la loro deve essere un'eccezione...).
Molte terrazze sono state abbandonate, così come gli ulivi. E gli ulivi, ci insegna Silvia, hanno bisogno di cure. Nonostante un carattere quasi miracoloso che li rende capaci di rigermogliare dopo essere stati distrutti dal fuoco o dal gelo, gli ulivi soffrono se non curati, potati e difesi.
E con loro si perderebbe almeno un centenario, o forse più, di storia dell'uomo, del paesaggio e della natura circostante.
Non è facile, non lo sarà mai, ma va fatto. Guardare al futuro per tornare alle origini
A Foa è possibile fare biologico vero: le più vicine coltivazioni sono così distanti da non rischiare alcun tipo di contaminazione, al di là di quelli che sono i parametri previsti dalla certificazione.
La raccolta delle olive avviene come una volta, abbacchiando con lunghi bastoni, ed arrampicandosi sugli alberi per liberare le olive più difficili da raggiungere. Qui il terreno non consente molte altre opzioni: la meccanizzazione della raccolta in queste valli è quasi impossibile.La fatica ripagata: un extravergine eroico
Loro fanno olio extravergine monocultivar taggiasca perchè è il loro preferito (oltre ad essere capace di provocare innamoramenti improvvisi, con il suo sentore di carciofo...), hanno scelto di farlo a Foa per far rivivere un territorio al quale si sono appassionati, e hanno scelto di farlo secondo i criteri del biologico e del naturale che reputano gli unici eticamente possibili al giorno d'oggi.
Non ci credi? Nemmeno noi, prima di conoscerli.
Invece, i supereroi esistono.
47,30 €
Coppa nostrana stagionata intera 2kg
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Cioccolatino Filippine 66%
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Prosciutto Morinotto Teso affettato 120g
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Pancetta a cubetti
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Tartufi neri
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Trio tartufi al mandarino
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Birra "Vale" 75 cl
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Fiocchetto trancio 800g
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Coppa nostrana stagionata affettata 120g
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Birra "Giulia" fustino 5 Lt
Marja
Letto con MOLTO piacere !!!!
Sara
Grazie!!! :)